LECTIO DIVINA SUL VANGELO domenicale - 16
14 febbraio 2016 – 1ª domenica di Quaresima
Ciclo liturgico: anno C
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Luca 4,1-13 (Dt 26,4-10 - Salmo: 91 - Rm 10,8-13)
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.
Spunti per la riflessione
Anche nel deserto
No, non siamo all’altezza di annunciare la Parola.
Come Isaia, come Paolo, come Pietro. Non siamo capaci, non scherziamo.
Quando ci accorgiamo della distanza fra le nostre fragilità e il compito che ci viene affidato, ci viene solo da buttarci in ginocchio, come Pietro, chiedendo al Signore di allontanarsi da noi. Di avere pietà e di lasciarci stare. Eppure proprio noi, vuole, il Signore.
Noi che viviamo nell’oggi la profezia di un mondo diverso, noi che tiriamo dritto, camminando verso il Regno, passando in mezzo alle persone che ci accusano perché i nostri limiti sono troppo ingombranti per rendere credibile il Vangelo che annunciamo.
Noi che siamo stati pescati dal mare che è tenebra e paura per diventare, a nostra volta, pescatori di uomini da tirar fuori dal mare che è tenebra e paura.
Stupendo. Solo che non è così semplice. Forze oscure ci allontanano da Dio e da noi stessi.
Benvenuti nel deserto che è la vita. È tempo di quaresima.
Nel deserto
Per due volte Luca insiste sul fatto che è lo Spirito a spingere Gesù nel deserto.
Gesù ha appena ricevuto il battesimo ed è tentato: la tentazione colpisce sempre chi si avvicina a Dio, non chi se ne allontana o non se ne interessa.
Abbiamo delle brutte idee del male e del maligno: raramente, nella mia vita, ho incontrato dei buoni peccatori. Ho incontrato persone rose dai sensi di colpa e altre ingenuamente convinte che il male sia un’invenzione dei preti, ma peccatori sani, francamente, ne ho conosciuti pochi.
Gesù entra nel deserto come Israele che resta quarant’anni anni a vagare nel deserto del Sinai prima di scoprirsi popolo: ancora manifesta solidarietà assoluta col genere umano. Ancora ci dice, in questi nostri tempi troppo fast che ci vuole tempo e pazienza per cambiare e per crescere.
Chi di noi non ha mai vissuto il deserto? E magari per più di quaranta giorni! Chi non ha vissuto un momento, cioè, in cui ha avuto l’impressione che tutto gli crollasse addosso e di non sapere proprio come uscirne?
Gesù sceglie di inoltrarsi nel deserto per decidere come fare il Messia.
Fame
Le tentazioni sopraggiungono in un momento di fame.
Quando abbiamo fame di Dio, quando abbiamo fame di affetto, quando abbiamo fame di pace, iniziano le difficoltà più grandi.
Ho riletto molte volte le tentazioni del diavolo. Devo ammettere che sono piuttosto convincenti.
Il diavolo ha ragione: Gesù per fare il Messia deve curarsi bene, non trascurare la propria salute; dovrà convenientemente accordarsi con i poteri del tempo se vorrà avere risultati. Se Gesù userà qualche trucco stupefacente attirerà l’attenzione e manifesterà la sua potenza messianica… Insomma: se il diavolo portasse queste riflessioni al consiglio pastorale di una parrocchia, tenderei ad approvarle. Sono piene di buon senso. Per rendersi credibile, il male è sempre pieno di buon senso.
Un’altra cosa è interessante: l’avversario cita bene la Scrittura.
La conosce, ovviamente, sa di cosa parla, e ne capovolge il significato, stravolgendolo.
Succede anche ai cristiani di citare brani di Scrittura per dire il contrario di ciò che Dio vuole. Anche nella storia della Chiesa vediamo che in tempi oscuri l’avversario ha fatto commettere ai discepoli crimini che sono una profonda ferita nel cuore di Cristo.
In questo tempo di misericordia, ci è chiesto di convertirci, infine, al perdono da ricevere e da donare.
Buon senso diabolico
Il diavolo propone cose ragionevoli a Gesù. Il male non è mai evidente, è sempre sensato, credibile, ammaliante.
È Lucifero, l’angelo più splendente.
Nessuno di noi berrebbe da una bottiglia che reca l’etichetta: “veleno”.
Quante volte me lo sento dire! «Che c’è di male se vado a cena con la collega? Voi preti vedete sempre la malizia ovunque!». «Ma tua moglie lo sa?». «Che c’entra?»
Così è amici, e gli esempi si moltiplicano:
«Che c’è di male se faccio qualche telefonata personale in ufficio: il mio capo è un bastardo, se lo merita!»; «Il mio non è pettegolezzo, mi informo sui miei parrocchiani!»; «Questi sono problemi troppo grandi per me: la pace, l’ecologia, che ci posso fare?».
Gesù smaschera l’inganno con la Parola di Dio in mano. Letta nel modo giusto.
Il Messia dimesso
Gesù è deciso: certo, bisogna nutrirsi, soprattutto della Parola. No, non farà compromessi: nessuno dà niente per niente, e lui vuole essere libero. No, non farà gesti eclatanti: il Nazareno vuole che la gente ami Dio per ciò che è, non per ciò che dona. Dio non è un fenomeno da baraccone, non è una capricciosa divinità da convincere a modificare gli eventi naturali.
Il suo messianismo è delineato: nel segno dell’amore e della condivisione, nella forza della parola e nell’autenticità, nello svelare il volto misericordioso del Padre si orienterà la scelta di Gesù.
Gesù vuole dei figli, non dei servi; l’affetto sincero, non un rispetto reverenziale.
Fallirà, ma ancora non lo sa. È un ingenuo, un illuso, ma ancora non lo immagina.
Sarà il diavolo, che per ora si allontana, a ricordarglielo. Tornerà nel tempo appropriato, quando Gesù avrà sperimentato sulla sua pelle che, forse, il demonio aveva ragione: l’uomo non si converte con le parole e l’amore. Tornerà al Getsemani.
Così inizia la nostra Quaresima.
Questi quaranta giorni che ci sono donati per fare ascesi, cioè allenamento. Per fare più silenzio, per prendere maggiormente sul serio la preghiera, per decidere quale appetito deve dominare sui nostri sensi, per accorgerci del povero che ho accanto, per lasciare che la nostra anima ci raggiunga.
E trovare il risorto, alla fine del cammino.
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L’Autore
Paolo Curtaz
Ultimogenito di tre fratelli, figlio di un imprenditore edile e di una casalinga, ha terminato gli studi di scuola superiore presso l’istituto tecnico per geometri di Aosta nel 1984, per poi entrare nel seminario vescovile di Aosta; ha approfondito i suoi studi in pastorale giovanile e catechistica presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma (1989/1990).
Ordinato sacerdote il 7 settembre 1990 da Ovidio Lari è stato nominato viceparroco di Courmayeur (1990/1993), di Saint Martin de Corlèans ad Aosta (1993/1997) e parroco di Valsavaranche, Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges e Introd (1997/2007).
Nel 1995 è stato nominato direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, in seguito ha curato il coordinamento della pastorale giovanile cittadina. Dal 1999 al 2007 è stato responsabile dell’Ufficio dei beni culturali ecclesiastici della diocesi di Aosta. Nel 2004, grazie ad un gruppo di amici di Torino, fonda il sito tiraccontolaparola.it che pubblica il commento al vangelo domenicale e le sue conferenze audio. Negli stessi anni conduce la trasmissione radiofonica quotidiana Prima di tutto per il circuito nazionale Inblu della CEI e collabora alla rivista mensile Parola e preghiera Edizioni Paoline, che propone un cammino quotidiano di preghiera per l’uomo contemporaneo.
Dopo un periodo di discernimento, nel 2007 chiede di lasciare il ministero sacerdotale per dedicarsi in altro modo all’evangelizzazione. Oggi è sposato con Luisella e ha un figlio di nome Jakob.
Nel 2009 consegue il baccellierato in teologia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale di Milano con la tesi La figura del sacerdozio nell’epistolario di don Lorenzo Milani e nel 2011 la licenza in teologia pastorale presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, sezione di Torino, con la tesi Internet e il servizio della Parola di Dio. Analisi critica di alcune omelie presenti nei maggiori siti web cattolici italiani.
Insieme ad alcuni amici, fonda l’associazione culturale Zaccheo (2004) con cui organizza conferenze di esegesi spirituale e viaggi culturali in Terra Santa e in Europa.
Come giornalista pubblicista ha collaborato con alcune riviste cristiane (Il Nostro Tempo, Famiglia Cristiana, L’Eco di Terrasanta) e con siti di pastorale cattolica.
Nel 1999 è stato uno dei protagonisti della campagna pubblicitaria della CEI per l’8x1000 alla Chiesa cattolica. Come parroco di Introd ha accolto per diverse volte papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI nelle loro vacanze estive a Les Combes, villaggio di Introd.
Esegesi biblica
LE TENTAZIONI DI GESU’ (4, 1-13)
Luca introducendo la genealogia (vedi 3,23-28) rischia di eliminare il legame fondamentale stabilito dalla tradizione tra il battesimo e la tentazione. Egli ricorda, dunque, questa scena dicendo che Gesù ritorna dal Giordano ed esplicita il legame con la genealogia e la teofania battesimale: è come Figlio di Dio riempito dello Spirito Santo che Gesù sarà messo alla prova. Viene condotto dallo Spirito nel deserto, luogo ambiguo dove, secondo la Bibbia, l’essere umano può entrare in contatto con forze maligne, oppure entrare in comunione con il Dio vivente.
Dalla fonte “Q” (dal tedesco “quelle” = fonte, una raccolta precedente ai Vangeli che è andata perduta e da cui hanno attinto Matteo e Luca) Luca attinge una riflessione cristiana sul Cristo basata su tre citazioni del Deuteronomio accuratamente scelte, allo scopo di illustrare un’esperienza fondamentale di Gesù. Caso unico nella letteratura evangelica: Gesù in quest’occasione non si esprime che attraverso tre prove che il popolo d’Israele aveva conosciuto durante l’esodo e alle quali aveva ceduto; Gesù, invece, risulta vincitore dell’Avversario.
La tradizione presentava probabilmente i tre episodi nello stesso ordine di Matteo: il pane (la ricerca dei soli beni materiali); la parte più alta del tempio (è il mettere Dio alla prova nella ricerca di segni messianici che sbalordiscono); i regni del mondo (il compromesso con il male per assicurare il proprio potere di messia).
Luca avrà invertito la seconda con la terza tentazione, in modo che l’ultima - la più importante - si svolgesse a Gerusalemme.
Qual è, ci si chiederà, la radice storica di questa scena iniziale che Luca ha ereditato? Alcuni studiosi negano la storicità della scena della tentazione. Dobbiamo tuttavia tenere conto del fatto che gli altri vangeli ci descrivono Gesù provato e tentato nell’ultima parte della sua vita, e dobbiamo prendere atto della forte tradizione a favore della realtà della scena del deserto. È possibile che Mt e Lc (oppure Q) abbiano ampliato un’antica ma breve tradizione (Mc) e abbiano aggiunto dettagli tratti da avvenimenti più tardivi in base a definite e diverse prospettive teologiche.
La prima tentazione di Lc ci richiama alla mente Gv 6,26-34; la seconda Gv 6,15; la terza Gv 7, 1-4. Altre somiglianze ricorrono in Mt 12,38-42; 16,1-4; 27,42. Come Matteo e Luca raggruppano secondo un loro ordine personale detti e azioni di Gesù, ignorando dettagli cronologici o geografici, allo scopo di comporre o il discorso della Montagna (Mt 5-7) o la relazione del viaggio (Lc 9,51 ss.), così un procedimento analogo potrebbe essere la spiegazione del modo in cui reali tentazioni sparse lungo la via di Gesù sono trasposte in un nuovo contesto al fine di concentrare l’attenzione su implicazioni teologiche.
Perché la Chiesa fece ciò? È infatti certo che il racconto della tentazione esisteva già nella fonte “Q” quando Luca si mise a scrivere. Di fronte a un determinato episodio (Gesù che dopo il suo battesimo si ritira nel deserto) dobbiamo tenere conto di una duplice realtà: certamente quella delle tentazioni, ma soprattutto quella di un messianismo terreno, è stata certamente una dimensione costante del ministero di Gesù, ma allo stesso tempo c’è stato il continuo rifiuto di Gesù nel cedervi. Nel vangelo di Lc (10,25; 11,6 ss; 22,42) se ne incontrano tracce precise, che culminano in una realtà inoppugnabile: Gesù è stato un messia povero e sofferente.
Tempo di quaresima
14 febbraio - 1^ Tempo di Quaresima
Deuteronomio 26,4-10 Professione di fede del popolo eletto
Salmo 90 Resta con noi, Signore, nell'ora della prova
Romani10,8-13 Professione di fede di chi crede in Cristo
Luca 4,1-13 Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo
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21 febbraio - 2^ Tempo di Quaresima
Genesi 15,5-12.17-18 Dio stipula l'alleanza con Abramo fedele
Salmo 26 Il Signore ha pietà del suo popolo
Filippesi 3,17-4,1 Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso
Luca 9,28-36 La Trasfigurazione
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28 febbraio - 3^ Tempo di Quaresima
Esodo 3,1-8.13-15 Io-Sono mi ha mandato a voi
Salmo 102 Il Signore ha pietà del suo popolo
1ª Corinzi 10,1-6.10-12 La vita del popolo con Mosè nel deserto è stata scritta per nostro ammonimento
Luca 13,1-9 Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo
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6 marzo - 4^ Tempo di Quaresima
Giosuè 5,9-10-12 Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua
Salmo 33 Gustate e vedete com’è buono il Signore
2ª Corinzi 5,17-21 Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo
Luca 15,1-3.11-32 La parabola del padre misericordioso
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3 marzo - 5^ Tempo di Quaresima
Isaia 43,16-21 Ecco, faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo
Salmo 125 Grandi cose ha fatto il Signore per noi
Filippesi 3,8-14 A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte
Giovanni 8,1-11 Il perdono all’adultera
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20 marzo - Domenica delle Palme
Isaia 50,4-7 Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso
Salmo 21 Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Filippesi 2,6-11 Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò
Luca 22,14-23,56 La Passione di Gesù secondo Luca
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24 marzo - Giovedì Santo
Esodo 12,1-8.11-14 Prescrizioni per la cena pasquale
Salmo 115 Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza
1ª Corinzi 11,23-26 Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore
Giovanni 13,1-15 L’ultima cena del Signore
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25 marzo - Venerdì Santo
Isaia 52,13-53,12 Egli è stato trafitto per le nostre colpe
Salmo 30 Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Ebrei 4,14-16; 5,7-9 Cristo imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono
Giovanni 18,1-19,42 La Passione di Gesù secondo Giovanni
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